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IMAGORBETELLO

Mostra Fotografica  “La superficie del visibile”

di Gianpaolo Conti

Dal 27 Luglio al 16 Agosto 2019 

Inaugurazione: sabato 27 luglio 2019 ore 19.00
Apertura al pubblico: Tutti i giorni 18:00-23:00
Sale Espositive di Palazzo di Piazza del Popolo, ORBETELLO

La galleria Honos Art di Roma presenta, in collaborazione con il Festival IMAGORBETELLO, la mostra fotografica “La superficie del visibile”, del fotografo Gianpaolo Conti.

La mostra raccoglie lavori realizzati dall’artista negli ultimi due anni. Un periodo intenso e proficuo, di ampia riflessione, sedimentazione e riconfigurazione dei materiali.

Conti, che precedentemente aveva indagato il tema dell’irrealtà nella realtà urbana, si dedica ora con misurata determinazione e slancio personale ai dettagli più minuti, quasi da leggere in filigrana; all’immagine metropolitana non convenzionale; a volti e figure percepite e restituite in modo non usuale; a tracce iconiche strappate alla nostalgia del tempo e reinventate alla luce di una densa, soffusa, malinconia.

Ciò che in passato era segno grafico, reiterazione di uno stilema, intensificazione del colore, immediatezza di approccio, qui diventa ricerca sofisticata sulla credibilità illusoria della profondità di campo, decostruzione della superficie bidimensionale, stratificazione sensoriale ed esperienziale, archivio della memoria, molteplicità di elementi da rimodulare in modo inusuale. La leggerezza orizzontale si trasforma in gioco combinatorio verticale e il rosso esibito in monocromia drammatica e drammatizzazione degli interventi.

Partendo dagli scatti fotografici, attraverso il supporto di versioni elettroniche di pennelli, filtri, ingrandimenti ed elaborazioni cromatiche, Conti ci porta dentro il suo mondo remoto e moderno, naturale e artificiale, aperto e ritroso alla captazione. La semplicità immediata e gratificante del primo sguardo non deve trarre in inganno: le competenze del regista sugli obiettivi e la messa in quadro fanno la differenza, perché il processo di avvicinamento alle opere chiede un lavoro dell’occhio a identificare il dettaglio segreto e misterioso e una progressiva adesione empatica a scivolare dentro le risonanze e gli echi che da lontano risuonano sfuggenti.

(Daniela Ceselli, critico e docente universitario)

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